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Stendardi d’acqua

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Anche quest’anno, il progetto “I ponti dell’acqua”, organizzato da Archeoland Lupo Azzurro col patrocinio di Unicef Verona, ha inteso perseguire il suo obiettivo: sensibilizzare un’umanità, indifferente e inconsapevole, in merito ai pericoli legati all’esaurimento idrico, alla perdita di fonti e sorgenti, inquinate e devastate dall’intervento invasivo dell’uomo. Per questo, a partire dal 16 giugno, ha promosso una serie di iniziative, tutte legate al nostro territorio:  performance artistiche, laboratori per bambini, spettacoli teatrali, musica e danze e, come tappa finale, la mostra “Stendardi d’acqua, immagini limpide, trasparenti e controcorrente”, inaugurata il 2 settembre.

L’esposizione di 16 stendardi di grandi dimensioni ha trovato  collocazione nella barchessa di Villa Balladoro, a Povegliano Veronese, un luogo malioso e suggestivo, all’interno dell’ampio giardino d’ingresso alla struttura; tutte opere ispirate e legate all’oro blu, ai simboli e ai molteplici significati che ha assunto nei secoli questo indispensabile, ma ahimè esauribile, elemento naturale. L’installazione ha creato un notevole effetto visivo, e con la complicità  del vento , i colori si sono mescolati e intersecati in uno scenario di chiaroscuri, luci ed ombre, sfumature  ondeggianti in uno spazio senza tempo. Questa collettiva è stata esposta per la prima volta, nella sua versione integrale, a Siena, luogo in cui ha avuto origine, nel Chiostro del Complesso di San Marco. Una città, Siena, a questo proposito emblematica per la presenza delle numerose fonti storiche, alimentate ancora oggi da una fitta rete di acquedotti sotterranei.

Gli artisti, Argalia, Boldrini, Brogi, Calosi, Ciccarese, Cicero, Chiappinelli, Danisevicius, Mlach, Pisano, Rossi Ghion, Scali, Staino, Tozzi, Villalobos e Ziura hanno prodotto le loro interpretazioni  ricorrendo a diversi supporti e tecniche di lavoro: fotografia, pittura e illustrazione, orientati esclusivamente dalla tematica prescelta, l’acqua, bene la cui scontata presenza fa dimenticare all’uomo la necessità  della sua salvaguardia, lo fa rimanere indifferente difronte alla sua bellezza, alle sue gradazioni e intensità, mentre urge una coscienza collettiva di rispetto e protezione, memori del connubio inscindibile che intercorre tra acqua e vita.

Daniela Marani